lunedì 22 marzo 2010

GUIDARE FERRARI SU PISTA ..POSSIBILITA DI PROVARE IN PISTA

Wikio

Guidare una Ferrari F430



Ferrari F430 F1: scheda tecnica e impressioni di guida in pista


Motore: 8 cilindri a V 90°


Cilindrata: 4.308 cm3


Peso: 1450 Kg


Potenza massima: 490 Cv a 8.500 giri (min Coppia massima: 465 Nm a 5.250 giri


Potenza specifica: 114 Cv/l


Velocità massima: > 315 Km/h


Accelerazione 0-100 Km/h: 4 sec


Trazione: posteriore


Differenziale: a controllo elettronico E-Diff


Cambio: elettroidraulico F1 con paddle al volante


Manettino al volante per modifica caratteristiche dinamiche della vettura














L’esperienza di guidare Ferrari F430: le impressioni del pilota Mirko Venturi


Il volante della Ferrari F430 ti fa sentire un pilota come Schumacher, anche grazie al manettino che ti permette di selezionare varie impostazioni per la guida ottimale della vettura, da sportiva e aggressiva in pista a docile e guidabile in altre situazioni di pilotaggio.






Dopo un primo giro di conoscenza del circuito, inizio a tirare le marce della Ferrari F430, sentendo una buona velocità di cambiata delle marce, un assetto sportivo adeguato alla fama del Cavallino Rampante e una buona potenza frenante degna di un’auto sportiva di razza.






Purtroppo le palette del cambio di questo bolide di Maranello non seguono il volante: ci si deve un po’ abituare, soprattutto in curva. Tiro un sovrasterzo di potenza fuori dalla curva della Roggia e devo fare attenzione perché il riallineamento dell’auto tende ad essere abbastanza secco.






L’esperienza di guida su una Ferrari F430 è comunque ottima: il pilota trova subito un buon feeling con l’anteriore dell’auto e l’erogazione del gas diventa spassosa, con accelerazioni mozzafiato.






La Ferrari F430 è una bella vettura sportiva, veloce e affascinante anche se un po’ rigida sulla verticale.


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 Ferrari store Inaugurato da Felipe Massa a Firenze







E’ stato inaugurato lunedì il nuovo Ferrari Store di Firenze, in via degli Strozzi 4R. Il taglio del nastro ha avuto in Felipe Massa il suo protagonista. Ai clienti del “cavallino rampante” è stato offerto un cocktail, riservato anche a un selezionato gruppo di ospiti.






In esposizione due vetture d’eccezione: una 275 Gtb del 1964 e una Ferrari Enzo del 2002, che sintetizza i contenuti più avanzati della tecnologia derivata dall’esperienza delle “rosse” in Formula 1. Il concept dello Store (circa 240mq su due livelli) è stato interamente sviluppato dallo Studio Iosa Ghini.



























La struttura del ferrari store riflette l’obiettivo di essere non solo un negozio, ma il punto di raccolta della storia e dello spirito Ferrari, caratterizzato dall’anima duplice delle competizioni e del lusso. Ogni area è pensata come uno spazio unico e speciale, dove vivere l’esperienza del mito di Maranello. Fra i prodotti in vendita anche una replica della F2003.


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GUIDA SPORTIVA CON UNA MONOPOSTO DI FORMULA 1 ECCO LE IMPRESSIONI!

Wikio





Guida sportiva su monoposto tutte le sensazioni in questo articolo....Ve la ricordate la prima cotta? Tra un incontro e il successivo si stava in una sorta di stato di trance con il pensiero ed i sensi fissati al momento dell’abbraccio, dello sguardo intenso, dell’emozione più forte. Roba che rischiavi di dimenticare a casa la cartella oppure di andarci con la maglia messa all’incontrario e se incontravi qualche conoscente per strada dopo un quarto d’ora che ti parlava ancora non avevi realizzato chi fosse… Beh, mi vergogno a scriverlo ma da qualche giorno sono in questo stato…. alla mia ètà…


Succede che qualche giorno fà ho girato a Monza con una Formula 3000 World series; una monoposto che rappresenta l’ultimo gradino prima della F.1 e che a quest’ultima assomiglia già parecchio, fatta salva una potenza sensibilmente inferiore ed una elettronica molto meno complessa.


Una macchina così l’avevo sempre solo sognata o al massimo ammirata da vicino, nel paddock. Ora che ho potuto provarla la mia mente non riesce più a scendere e sono ancora lì, con le mani strette sul volantino illuminato dai led e dai display, affondato semisdraiato nella scocca Dallara in carbonio lanciata a quasi 280 km all’ora, con l’urlo del motore nella schiena e con nella fessura del mio casco integrale l’immagine traballante della prima variante, là in fondo al rettifilo dei box, che mi si precipita incontro.


Per me è stato come vivere in un sogno, in una dimensione fantastica e lontana anni luce dalle fatiche della quotidianità. Una passione che mi brucia da quando ero ragazzino e che, pur avendo spesso cercato di negare e dimenticare avendone tristemente constatato l’inarrivabilità, non si è mai sopita. Accidenti!


Il programma della prova consisteva in nove giri al mattino con una F. 3 (che avevo già provato ad Adria, in primavera) per prendere confidenza con la pista e con le sue elevate velocità; un breve briefing di ricognizione sulle funzionalità della macchina dopo pranzo, poi via per due run da cinque (sic!..) giri l’uno intervallati da una sosta “di riflessione” di un’oretta, per digerire la prima presa di contatto e godersi meglio la seconda.


Con la fantasia (ma anche con la playstation, guardando i cam-car e osservando da bordo pista..) avevo già girato a Monza con la F.1; qualche volta, di notte in sogno, sono stato anche sul podio con sotto la festa della folla, la stessa di cui faccio parte ahimè nella realtà quando vado a vedere qualche gara... La mente è molto più potente di quanto si creda e calarsi ad occhi chiusi con l’immaginazione ed i propri sensi in una situazione sino quasi a “viverla” costituisce una esperienza che può rivelarsi utile al momento della pratica del gesto reale. E’ un assunto che si può facilmente trovare in quei libri americani di pseudo-psicologia tipo “l’aquila che si crede un pollo”…


Forse è anche vero poi che le perenni ristrettezze che mi hanno impedito quasi sempre di provare adeguatamente ogni tipo di macchina con cui ho gareggiato prima di correrci mi hanno abituato a non avere mai molto tempo da perdere per i preliminari..


I piloti di F.1 arrivano in prima variante a ca. 320 km/h e staccano a 100 mt.! (a meno di un secondo e mezzo dallo schianto, dato che a quella velocità si percorrono quasi 90 mt. al secondo…) per affrontare la strettissima S in seconda a ca. 60 km/h. Arrivarci anche “solo” a 280, per uno abituato alla Mondeo diesel, provoca una certa apprensione e i primi giri staccavo ben prima del primo cartello che indica i 200 mt., anche perché sulla macchina che ho usato la pedaliera era disposta in modo per me anomalo, tipo F. 1, utilizzando cioè per frenare esclusivamente il piede sinistro. Freno ed acceleratore erano infatti talmente vicini e con uno sbalzo di altezza così accentuato (freno molto più alto) da rendere rischioso tentare di effettuare una rapida staccata utilizzando il destro, oltrechè impossibile fare il punta-tacco per agevolare la scalata.


Sulle prime i cosiddetti “automatismi” di guida erano pertanto un po’ impediti (anche perché la F3 con cambio ad innesti frontali ad H richiede invece una staccata con cambiata di tipo tradizionale, come la vecchia 500..). Fatto stà però che queste macchine hanno una frenata talmente poderosa (aiuta anche la down force che alle alte velocità togliendo il gas preme la macchina verso l’asfalto..) che anche con pochi giri a disposizione ci si rende conto che non è rischioso frenare molto più tardi di quanto degli occhi ed un cervello non abituati impongano. Tant’è che gli ultimi giri mi obbligavo ad aspettare a staccare sino al cartello dei 150 mt., percependo comunque ancora un margine di miglioramento.


La Dallara “Worldseries” del 2004 è dotata di un normalissimo ed efficace cambio sequenziale ad innesto meccanico molto simile a quello di molte auto da rally aspirate dell’ultima generazione (fatti salvi una levetta più piccola e con un’escursione più corta); senza togliere il gas né schiacciare la frizione, tirando leggermente la levetta si aumenta il rapporto; spingendo si scala. Unica precauzione, in scalata, è dare un piccolo colpo di gas prima di inserire i rapporti inferiori, per agevolarne l’inserimento.


La vecchia “curva grande”, appena dopo la prima variante, si percorre con il gas completamente aperto passando tutte le marce dalla terza in sù; ci sono stato al venerdì del GP e così mi sono scialato a “scimmiottare” i big mettendo le ruote dove le ho viste mettere a loro, un’occhio ai led sul volante (per cambiare al verde..) e un occhio alla pista. In questa piega “sentivo” la testa e le gambe pesare verso l’esterno curva. Ripensando a quella curva mi è venuto in mente quando a Monza non c’erano varianti e i mitici Piloti dell’epoca la percorrevano arrivando dal rettilineo dei box in pieno, a ben più di 300 km/h… sdraiati in una pentola di tubi e lamiera rivettata piena di benzina e mega-motore attaccato alla schiena, con il casco jet stile go-kart da spiaggia a noleggio e gli occhialoni da sci come quelli che si usavano trent’anni fa… e con il muro a sinistra a un metro dalla pista (adesso c’è una bella via di fuga con tanto di sabbia, in leggera salita), magari a pochi centimetri dagli altri bolidi di ferraglia. In caso di uscita di pista in quel punto le probabilità di sopravvivenza erano relative, così come alla seconda di lesmo, un tempo punto chiave di Monza (dove si faceva il tempo..), oggi una curva abbastanza facile e sicura.


Un altro punto del circuito che mi ha suscitato forti emozioni è la staccata della parabolica (ove morì Jochen Rindt, unico Campione del mondo alla memoria); ci si arriva a fionda in sesta, pestone sul freno al cartello dei 100 mt. togliendo due marce (o tre, non ho potuto ben capire..), e appena presa la corda si incomincia a lasciar correre la macchina verso l’esterno curva a gas spalancato salendo tutti i rapporti sino a sfrecciare sul rettifilo dei box, sotto il pannello dei giri-classifica che è rimasto lo stesso dei tempi d’oro.


Ora che ho fatto questa esperienza ho un nuovo obiettivo dinnanzi a me per l’anno prossimo, congiuntura permettendo: provare la F. 1.


L’uomo adulto (non ho scritto maturo…) si gira indietro, guarda sé stesso bambino-adolescente e dice: “Ecco quà! Finalmente posso regalarti il tuo sogno!” Prenota  il test da Qui


Roberto Nale



TEST FORMULA 1 : ECCO ESPERIENZA DI UN PERSONAGGIO CONOSCIUTO

Wikio


Il test formula 1 raccontato da Massimo

Leggendo Autosprint diversi anni fa ho letto che si poteva guidare una formula: non credevo ai miei occhi,finalmente il sogno di guidare una macchina da corsa a ruote scoperte si avverava. Fissato la data mi sono presentato sul circuito come si può andare al primo appuntamento con una ragazza che hai sempre sognato e che finalmente accettava di uscire insieme a te.



Difficile dire se era maggiore l´emozione o la tensione, comunque è stato una tragedia... dopo tanti preliminari (briefing, vestizione, scelta della macchina) sono sceso in pista : da solo con una vera formula ,non credevo ai miei occhi. Ero completamente sudato dall´emozione. Nemmeno il tempo di fare un giro è venuto un nubifragio biblico , sono rientrato ai box con l´acqua a metà gambe nell´abitacolo. Prima esperienza finita qui. Sono tornato a casa e sono andato subito a fare un´ora di corsa per scaricare un po’ della quantità industriale di adrenalina che circolava nelle mie vene.


Le esperienze successive sono state molto diverse in quanto ho avuto modo di scaricare tutta la mia emozione in pista. Ho avuto modo di provare varie formule ,però visto anche l´aspetto economico,ho concentrato la mia attenzione sulla formula 3.Siamo arrivati al 13 ottobre 2009. Ho prenotato una giornata intera di prove sulla formula tre compreso l´ausilio di un tecnico per spiegare la telemetria.






La mattina alle 8.30 ero in circuito ,giornata perfetta: freddo e sole .






Ho subito pensato che il motore avrebbe erogato più potenza ,ma ci sarebbe stato il problema della temperatura delle gomme più difficile da raggiungere,quindi dovevo stare attento ai primi giri a non strafare subito. Uscito dai box primo giro di ricognizione del tracciato : come è bello Monza si gira in un parco secolare,le foglie sul circuito che costituiscono un imprevisto sempre in agguato, Lesmo 1, Lesmo2, mi sfilano a fianco gli addetti alla sicurezza che mi danno un senso di tranquillità di fronte ad un possibile errore o avaria meccanica, sottopasso..ingresso variante Ascari... rettilineo , comincio a tirare un po di giri al motore... parabolica.. che curva ! stringe all´inizio e poi via via allarga ...si entra sul rettilineo tiro tutti i giri del motore... si comincia. Prendo un po’ di confidenza con la pista ,l´asfalto mi sembra che abbia abbastanza gomma : la macchina tiene bene, si può andare più forte...finisce il primo turno.


Ai box parlo con Matteo della telemetria e comincia a darmi i primi suggerimenti dove posso allungare la staccata ,lesmo 1 e lesmo 2 posso entrare più veloce, stacca prima il piede dal pedale del freno e fidati della macchina. non è facile cambiare le abitudini alla forza G laterale ,quando cominci ad arrivare a 1.5/ 1.6 credi che sia il limite della macchina, ovviamente non è vero puoi arrivare fino a 2!!!!! boh come faranno i piloti veri a fare queste cose?






Rientro in pista va già meglio stacco dopo....ricordati di non usare il cambio per frenare...pigia più forte che puoi il pedale del freno per 1/1.5 secondi...inserisci le marce...dai gas prima di entrare in curva così la macchina ha più grip...arrivano le due di Lesmo ho staccato il piede dal freno prima di quanto voleva fare la mia persona (mi sono violentato) inaspettatamente la macchina non fa una piega!...porca miseria come tiene !!!.. Rientro ai box e questa volta la telemetria mi premia, le violenze che ho fatto alle mie sensazioni hanno avuto il suo valore: ho abbassato di due secondi il tempo sul giro. Mi scaricano l´ala posteriore ,si cambia le gomme e mi mettono un treno più performante (chissà se è un ´extra prezzo ) riparto: la macchina tiene da paura mi ci vogliono due /tre giri per cominciare a sentirne il limite. Mi sento rilassato ,sono concentratissimo ,non batto nemmeno gli occhi. nonostante che stacco sempre un po’ dopo vedo che c´è ancora del margine: più si pigia sul pedale e più si frena .Poi verrò a sapere che ho esercitato circa 40 bar di pressione sul pedale, quelli veri vanno fino a 60 bar. non ho parole credevo di rompere il pedale del freno. L´ingresso dell´Ascari e della parabolica mi è diventato familiare stacco senza nemmeno guardare i riferimenti a lato pista ,mi viene da sé .Entro in parabolica e vengo sempre di più schiacciato sul fianco della formula (ho fatto mettere un po’ di gommapiuma perché mi era già venuto il livido) ....dai poco angolo di sterzo così la macchina è meno frenata...la velocità di ingresso del rettilineo dei box è fondamentale perché te la porti per tutta la lunghezza del rettilineo...Rientro ai box ...tempone!!!!! non frego terra . adrenalina a mille . la giornata è già finita ,domani si torna al lavoro. per un giorno sono stato "pilota" anch´io.Per prenotazioni clicca Qui






Grazie a tutti






Massimo Bencini